Ti racconto un po’ di me

Una sera di molti anni fa, la mia vita assomigliava ad una montagna russa… alla mercé di ogni accadimento intorno a me, che mi sballottava come un guscio di noce in balia delle onde.

Così ho cominciato a chiedermi il perché e la mia  ricerca di risposte è iniziata con la parola “respons-abilità”. 

Mi sono interessata al reiki, alla riflessologia plantare, ho sperimentato classi di corenergetica e infine ho incontrato un counselor… Figura professionale a me del tutto sconosciuta. Termini e definizioni rimangono parole, finché non ho avuto la possibilità di fare esperienza diretta con una persona meravigliosa e comprendere cosa volesse dire guarigione, prendersi la responsabilità della propria vita e aprire una comunicazione con il mio corpo.

Infine ho scelto la formazione in Counseling che mi ha dato un’infinità di strumenti e ho iniziato a conoscere parti di me barricate in una “cantina” chiusa a doppia mandata.

Ho imparato ad allungare la mano a quella ragazzina rannicchiata nel buio e per troppo tempo ignorata. Inoltre, aver imparato ad accogliere e comprendere il linguaggio del mio corpo è stata per me una scoperta sorprendentemente ricca di dettagli e sfumature oltre che un efficace aiuto.

​Pian piano, ampliando le conoscenze, ho sperimentato che il corpo è un contenitore che mette in contatto ciò che c’è dentro di me con la realtà che mi circonda; un contenitore dove emozioni, percezione e sensazioni da un lato trovano un posto e dall’altro danno anche una forma al corpo sotto forma di malesseri, dolori o comportamenti e imprimono una forma alla comunicazione verso l’esterno.

Quando prendo coscienza di una postura, di un “mi manca l’aria” sono stimolata ad ampliare il mio sguardo per accogliere e comprendere cosa sta accadendo. Nel momento in cui ho contezza di ciò che è, ho la libertà di scegliere cosa fare e in che modo esprimere le potenzialità e la creatività per vivere una vita decisamente più gustosa.

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